La Stazione Creativa sul Parco Ideale ideata da Studio Azzurro è stata per gli artisti di Parma la possibilità di fare un’esperienza unica: lavorare insieme, per oltre un mese, nello stesso spazio, ad un progetto comune. Condividendo il tempo, lo spazio, le idee ed i linguaggi. Come spesso mi capita, con il mio approccio autobiografico, mi trovo dentro e fuori le cose. Dentro l’arte, dentro le aziende, dentro l’università – e allo stesso tempo guardandole da fuori.
Per la prima volta ho avuto modo di lavorare con la scrittura autobiografica in questo modo: tenendo un laboratorio sui “Giardini Privati” e rielaborando gli scritti degli studenti creando da essi un testo-madre – mi è venuto spontaneo chiamarlo così, in un lavoro che aveva a che fare con la terra – che è stato adattato alle varie opere, nella forma, nella lunghezza, nella sostanza. Dai petit onze a forma di albero per C999 al collage orale per “One man in a park is looking for something” di Antonio Pipolo, ai murales per Kinetipark di Rhapsomedia.
Quella scritta è diventata parola viva, agita, con un etimo interno al vissuto dell’esperimento Stazione Creativa - non parola casuale, appicciata, stonata.
Ma al di là dell’aspetto letterario, la cosa migliore, è stato scoprire il messaggio racchiuso nelle parole degli studenti: il parco Ideale non esiste. Se si cerca la natura pura, meglio un bosco di montagna o un’isola deserta. Se invece quello che ci cerca sono le amicizie, il contatto umano in generale, allora l’architettura del parco conta poco. Anche un parco marginale come quello di Via Venezia - se frequentato, giocato, illuminato, sonorizzato – può diventare ideale. Gli amici della pista rossa di Via Montanara ben lo sanno J
Per saperne di più, eccovi il documentario sulla Stazione Creativa creato dai bravissimi di Kinoki.